LA STORIA VERA DIETRO IL ROMANZO

L'Essex

La baleniera «Essex» salpò il 12 agosto 1819 dal porto di Nantucket, in Massachusetts. Quindici mesi più tardi, il 20 novembre 1820, fu assalita da un gigantesco capodoglio maschio al largo delle Galapagos, in mezzo all’Oceano Pacifico. L’esemplare era di dimensioni eccezionali (misurava circa 26 metri) e del tutto straordinario fu il suo comportamento.

In precedenza c’erano già stati episodi di navi danneggiate dai grandi cetacei, ma si trattava di collisioni accidentali, favorite di solito dall’oscurità della notte. L’attacco contro la «Essex» fu invece sferrato in pieno giorno, durante una pausa delle battute di caccia in cui i balenieri erano impegnati. Il capodoglio si avvicinò alla nave, la colpì sul fianco una prima volta, poi si inabissò e passò sotto la chiglia staccandone una parte. Infine si allontanò, come a prendere la rincorsa, e tornò ad abbattersi sulla «Essex». Il secondo schianto fu fatale. La baleniera, ridotta a un relitto, affondò in pochi minuti.

Herman Melville ne aveva letto il resoconto più celebre proprio durante uno dei suoi viaggi da giovane baleniere. Era la relazione pubblicata nel 1821 dal primo ufficiale Owen Chase, uno degli otto sopravvissuti al naufragio. La differenza principale tra il romanzo di Melville e la vicenda che l’ha ispirato è proprio questa: del «Pequod» si salva solo l’orfano Ishmael, mentre la «Essex» conta un numero maggiore di superstiti, un drappello di uomini che, su una piccola flottiglia di scialuppe, resistono in mare aperto per tre mesi. Resistono a tutti i costi, arrivando perfino a cibarsi – non senza un tormentoso travaglio morale – dei compagni morti.

Tristan Lowe, Mocha Dick
Riproduzione di un capodoglio bianco lungo 16 metri realizzato in feltro di lana.

Mocha Dick

Un grande capodoglio bianco chiamato Mocha Dick divenne una leggenda nel 19° secolo. A lui si ispirò Melville per il suo celebre romanzo. Il capodoglio era noto come Mocha Dick, un esemplare maschio, bianco come la lana, lungo venti metri che sbuffa aria e acqua dalle narici anziché dallo sfiatatoio, vissuto nell’oceano Pacifico all’inizio del XIX secolo, conosciuto da chi navigava nelle acque vicino all’Isola Mocha, al largo del Cile meridionale.

La leggenda di Mocha Dick intreccia ancora oggi la storia con la fantasia: un capodoglio che si vendicava delle baleniere che uccidevano i suoi simili speronando e facendo affondare le navi dopo una breve rincorsa, costringendo così i marinai a vagare sulle scialuppe per giorni.

Molte baleniere hanno incontrato Mocha Dick durante la loro caccia agli odontoceti (che poteva durare anche due anni) e gli uomini dell’equipaggio hanno sempre riportato la stessa dinamica di attacco giurando di non aver mai visto nulla di simile! La leggenda vuole che Mocha Dick si sia scontrato con più di cento navi prima di essere ucciso a metà del 1800, ma altri capodogli albini sono stati avvistati negli anni successivi, contribuendo ad alimentare il mito della balena bianca, ormai diventata protagonista di uno dei romanzi più famosi del mondo.

LA STORIA CHE HA ISPIRATO IL FILM
Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick (In the Heart of the Sea) è un film del 2015 diretto da Ron Howard. La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro Nel cuore dell'oceano - La vera storia della baleniera Essex (In the Heart of the Sea: The tragedy of the whaleship Essex), scritto da Nathaniel Philbrick nel 2000, sulla storia della baleniera Essex, evento che ha ispirato Herman Melville per la stesura del suo celebre Moby Dick.